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lunedì 17 dicembre 2012

Grillo, tra salvezza e ginegogia

Scrivo ancora una cosa su Grillo, poi basta.

Ieri sera è venuto a Trieste. Una marea di gente. Una marea. Specie se si considera la vitalità dei triestini, la leggendarietà della cui pigrizia è stata definitivamente infranta dalla spettacolare manifestazione in Porto Vecchio contro il rigassificatore. Tondo se n'è andato dopo dieci minuti, Clini neanche è entrato. Uno spettacolo.
Dicevo. Erano tutti in coda: una svendita di Iphone5? No, per Dio. Erano, eravamo, lì, a firmare per avere alle prossime elezioni un'alternativa. Non si sa fino a che punto salvifica e futuribile, ma è almeno un'alternativa. In fondo, peggio di così non si può andare - no? Davvero? Mah.
Aver osservato Grillo dal vivo per la prima volta - e sticazzi - mi ha spinto a diverse considerazioni, che quivi inoltro ad elencare: alcune positive (P) e altre su cui riflettere pensosamente (R).

1P) Se mai ve ne fosse bisogno, confermo: Grillo è un comunicatore eccezionale. E i brividi, ogni tanto, son venuti. Per smuovere le mummie che siamo occorre un po' di adrenalina, di flebo che introduca in un sangue marcio la sensazione concreta di essere, per una volta, parte di qualcosa.
E' probabile che il primo Berlusconi seppe compiere la stessa impresa: ma se stavolta, anziché ad evadere le tasse, la gente sarà spinta a consumare meno e usare le rinnovabili, tutto sommato potrei ritenermi contento.

1R) Grillo è forse troppo bravo. La sua bravura coincide col suo essere ancora una bestia da palco, il che alimenta il Fattore - Messia: la gente vuol salutarlo, stringergli la mano, farsi la foto con lui. Vuole - l'udii più volte- toccarlo. Toccarlo. Ecco, sarebbe d'uopo non avere certe fregole in testa. Grillo sta facendo grandi cose, ma guai a divinizzarlo. Ci si tolga subito 'sta smania per il simulacro, e l'adorazione spicciola lasciamola nelle parrocchie.

2P) Grillo, almeno nella prima ora, non ha detto nemmeno una parolaccia, per citare il povero - a sua insaputa - Follini. Nemmeno una. Tranne l'ormai usuale "cazzo cazzo - culo culo" per le telecamere. Poi, nell'ultima parte, si è un po' scaldato e qualcuna gli è scappata. Dal conteggio si evince una percentuale di volgarità profuse infinitamente inferiore a quelle registrate nei primi otto minuti di un qualsiasi film di Christian De Sica. Bravo: se la porta a zero, Gianni The Pen Riotta si rassegnerà a defolloware pure se stesso.

2R) Troppa retorica sugli italiani: "SIAMO I MIGLIORI DEL MONDO!!!": va bene ritrovare la fiducia identitaria nazionale, Grillo, ma, come si dice: anche no. Non lo eravamo trent'anni fa, e di certo non lo siamo oggi.
Poi, d'accordo, se giochiamo sul piano dei doni all'Umanità, un Paese ritenuto all'avanguardia assoluta, come la Svezia, (che ha donato sì e no l'Ikea e Filippa Lagerback, e di entrambi avremmo fatto volentieri a meno), ce lo mangiamo a colazione. Ma il credito sarebbe anche esaurito: per ora usiamo l'imperfetto, ché un po' di pudore non guasta.

3P) Il Movimento pare voler dare importanza agli studi, alle lauree, ai master. Visti i parlamentari che ci troviamo, forse è una buona cosa.

3R) Grillo dà troppa importanza agli studi, alle lauree, ai master. "I NOSTRI CANDIDATI HANNO TUTTI ALMENO UNA LAUREA SE NON ANCHE UN MASTER!"
Maurizio Landini non ha neppure il diploma e caga novanta volte in testa al 95 per cento dei laureati con triplo master di questo paese.
Grillo si metta in testa una cosa (che sa benissimo, visto che ha ben evitato l'Università): il più delle volte la cultura, l'intelligenza e l'inventiva stanno fuori dalle accademie, e chi ha un master è solo uno che ha un titolo in più in bacheca: non è un cittadino di serie A+++
Non vorremmo, insomma, che da una prassi dispregiativa verso lo studio e gli acculturati dei banchi di tutta Italia, si oscilli verso l'altro capo del pendolo, fino a considerare meritevoli solo e soltanto i detentori del pezzo di carta.
Ah, un ultimo appunto, Grillo: una laurea triennale e una laurea specialistica, a casa mia (che modestamente è quella della coerenza), fanno UNA laurea.

4P) Grillo dimostra di avere a cuore la presenza delle donne all'interno delle istituzioni. Ha votato, dice, anche una donna che insegna e ha tre figli a carico. Questi sono i vostri sostenitori, donne, non la Gruber ("c'è del maschilismo, molto maschilismo, in Grillo). Aprite gli occhi o vi fotteranno sempre.

4R) Grillo, quando parla delle donne, esonda. "SE LE ELEZIONI SONO LIBERE, LA GENTE VOTA LE DONNE!" E fin qui ci siamo. Non è pensabile che, in un sistema davvero democratico, ci sia una maggioranza così schiacciante di uomini (chiamali uomini). E non è un caso che in Parlamento si debbano immaginare le Biancofiore, le Bernini, o le Santanché, come uniche rappresentanti del sesso forte.
Ma dire "che bello, avremo molte più donne che uomini" non è sintomo di grande lungimiranza; bensì di sessismo, solo vagamente inedito e ritrito in una veste più edulcorata, appetibile per la platea femminile.
Secondo quale principio una donna è meglio di un uomo, in Parlamento? Se un uomo è in gamba ci deve poter andare, se una donna è in gamba ci deve poter andare: punto.
Il resto sono balle - mi si permetta - demagogiche. Ginegogiche. Grillo è un ginegogo.
Anche perché, a ben vedere, è tutto da dimostrare che le donne abbiano una maggior capacità di fare certi passi indietro. A ben vedere direi di no, ma può darsi che mi sbagli io. Lo spero, almeno. Ma fa strano sentire Grillo dirsi "commosso" per la presenza di una componente femminile largamente maggioritaria. Specie se poi si aggiunge: "di donne ma non le sciacquette che vediamo: DI DONNE COI COGLIONI!". Ecco, capiamoci.


Detto questo, e con molte riserve, incrociamo le dita. Ora o mai più.